cassetta nostalgiaInclinations

Nostalgia canaglia

cassetta nostalgia

La nostalgia fa ricordare bonariamente le cassette, che si bloccavano continuamente e bisognava intervenire con la penna per districare il nastro. E avevano una qualità sonora pessima.

La nostalgia è un sentimento relativamente “recente”, nel senso che è stata decodificata dallo studente svizzero di medicina Johannes Hofer appena nel XVII secolo, come fusione delle parole greche νόστος (nostos = ritorno) e άλγος, (algos = dolore). Il primo caso di utilizzo era infatti per i soldati che soffrivano la lontananza dalla propria terra.

Nonostante la tristezza di fondo rievocata dalla nostalgia, verso luoghi, attività o persone che non torneranno – non nel brevissimo periodo almeno – questa sensazione assume una valenza positiva. La psicologa Constantine Sedikides, dell’Università di Southampton, sostiene che ricordare i bei vecchi tempi andati sia un antidoto alla depressione e alla noia e spinga alla socialità e all’empatia. Inoltre, il calore del dolce rimembrare non è solo metaforico, ma sembra ci sia un vero innalzamento della temperatura corporea. Insomma, questo rifugio sicuro nei meandri del cervello ha effetti benefici per l’umore. Secondo lo psicologo statunitense Clay Routledge, professore all’Università del North Dakota, i nostalgici pensano anche meno alla morte.

Il fatto è che molto spesso questo passato idilliaco non è esistito nelle proporzioni in cui lo ricordiamo. Tutto era più bello, la musica, i film, il cibo, le persone. Non c’erano violenza, stupri, droghe, alienazione… Non è proprio così.

La violenza è sempre esistita, Caino e Abele erano due e il primo ha ucciso il secondo. Sarà anche un mito, ma spiega essenzialmente la natura umana. Anzi, probabilmente diamo più valore alla vita adesso di quanto non si sia mai fatto, con attenzione anche alla fauna e all’ambiente. Semplicemente ci sono sempre maggiori coperture mediatiche e consapevolezza, vedi il risalto e la giusta condanna che ha la violenza domestica.

nostalgia telefonini

La nostalgia di un passato più semplice fa credere che ora, coi telefonini, siamo antisociali

L’alcol esiste da sempre, insieme alla tendenza a ubriacarsi, altrimenti greci e romani non avrebbero venerato rispettivamente Dioniso e Bacco. In quanto alle droghe, nell’Ottocento era comune fumare oppio, cocaina ed eroina erano legali negli Stati Uniti fino al 1924, l’anfetamina risale alla Seconda Guerra Mondiale e comunque gli anni Sessanta e Settanta sono stati contraddistinti dall’abuso di acidi, fino al ritorno di cocaina ed eroina negli Ottanta.

Il cibo sarà anche stato più genuino, ma anche condito con germi e agenti patogeni, verso i quali non c’era particolare preoccupazione fino a pochissimi decenni fa, mentre l’alienazione da telefonino sui mezzi era sublimata dalla lettura dei giornali alla fermata del tram. Perché saremo anche animali sociali, ma ogni tanto è naturale anche isolarsi dal contesto.

Su cinema e musica il discorso è più soggettivo. Forse preferiamo lavori che associamo alla giovinezza. Forse anche in questi settori abbiamo assistito a un aumento esponenziale della produzione, che incrementa anche il numero di opere scadenti, più fresche da ricordare perché le stiamo vivendo, senza dimenticare che molti capolavori sono stati bocciati alla loro uscita. In più, è molto probabile che il nostro cervello selezioni solo i ricordi di belle opere, filtrando quelle sgradite.

È un meccanismo frequente e ben noto nella comunità scientifica con il nome di Fading Affect Bias (FAB), cioè, traducendo, la propensione a far svanire memorie dalla connotazione emotiva negativa, tutto in maniera inconscia. Ed è questa manipolazione involontaria che rende la nostalgia tanto popolare, addirittura quando un periodo non si è nemmeno vissuto. Senza buttarla in politica, con i nostalgici destrorsi o sovietici, la moda degli anni ’30 è più viva che mai.

tupac nostalgia

La nostalgia per i grandi della musica ha portato a far esibire l’ologramma di cantanti morti in concerto. Tupac è uno di questi

Arredamento, vestiti, cocktail, grafica, perfino la musica swing, sono tornati prepotentemente, grazie all’azzeramento dell’innovazione creativa della moda hipster, esclusivamente votata al vintage. Non è ben chiaro cosa precisamente fosse attraente degli anni ’30, se il nazifascismo o i diritti civili negati a donne e minoranze anche nelle presunte democrazie. Roba da far rivalutare gli anni ’80, stilisticamente orrendi ma almeno con una propria identità riconoscibile.

Il mercato – neanche fosse un’entità astratta – ha captato la voglia di passato e la usa come tecnica di marketing. Torna giovane, o bambino, rivivi emozioni perdute, se hai ricordi rosei si può guardare al futuro con ottimismo! Riporta Marianna Farese, consulente in comunicazione e marketing digitale, che solo nominare il tempo aumenta le possibilità di vendita dell’80%.

barbiere nostalgia

La nostalgia hipster che riporta il barbiere a un ruolo fondamentale nella società

Numerosi marchi hanno puntato su confezioni o linee (per abbreviare, il packaging) che richiamano la vecchia produzione. Si restaura Ritorno al Futuro, escono il nuovo Ghostbuster – ma versione femminile per stare al passo coi tempi – e Guerre Stellari. Concerti con gli ologrammi di Tupac, Whitney Houston o Freddy Mercury (almeno il batterista dei Queen si è rifiutato di esibirsi), che forse sono anche peggio del concetto di cover o tribute band. Ma non solo le multinazionali, anche il piccolo esercizio (barbiere) o azienda di birra artigianale sfruttano strategicamente il sapore di antico. La nostalgia, suo malgrado, vende.

Anche se, come diceva l’autore, giornalista e attore Will Rogers, “le cose non sono più quelle di una volta e probabilmente non lo sono mai state”.

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